di Stefano Marini
Candidato lista SI’ PATTO DEI CITTADINI
Lo scorso 13 febbraio, nell’ambito della Borsa Internazionale del Turismo di Milano, l’assessore al turismo del Comune di Siena, Stefania Fattorini, presentava in pompa magna la nuova campagna di comunicazione “Visit Siena”. Come si usa in questi casi, l’ufficio stampa del Comune sfornava un comunicato trionfalistico infarcito di parole inglesi che fanno tanto ganzo: “il nuovo mood comunicativo”, “il brand Siena”, “l’appeal della città del Palio”, “gli stakeholders”, “l’obiettivo è fare un upgrade”, “lo skyline del centro storico” eccetera, evidentemente con buona pace del meloniano Rampelli e della sua proposta di legge tesa a bandire i termini stranieri dalla pubblica amministrazione. La campagna è lanciata da un claim (una volta si diceva slogan) piuttosto triste: “Siena, vale davvero la pena visitarla”, come se venire in vacanza a Siena fosse un sacrificio! Ma ancora più triste è leggere alcuni brani tratti dal portale inaugurato per l’occasione, denominato visitsienaofficial.it e che fornisce, a detta dell’ufficio stampa comunale, “informazioni esaustive e autorevoli”.
Chissà se l’assessore Fattorini ha letto sul portale che il Palio “si tiene il 2 luglio e il 16 agosto di ogni anno sin dal lontano 1147”?
E noi che pensavamo che il Palio si corresse dal XVII secolo! Ci sembrava anche d’aver letto da qualche parte che il primo Palio d’agosto era stato disputato nel 1701 su iniziativa della Contrada dell’Oca, ma evidentemente ci eravamo sbagliati. Non mancherò di chiedere all’assessore quanti Palii ha vinto la mia Contrada in quei cinque secoli di carriere di cui ignoravo l’esistenza.
In realtà, nel 1147 si ha notizia di una corsa di cavalli nel giorno dedicato all’Assunta, come riportano parecchi siti, ma affermare che si tratta della data di nascita del Palio mi sembra, più che esaustivo ed autorevole, sbrigativo e facilone! Tanto più che nel 1147 non esistevano sicuramente le Contrade: quindi scrivere che da quell’anno si corre il Palio soltanto perché si tenne una corsa di cavalli, seppure importante (cosa ovviamente frequentissima in moltissime città dell’epoca, come approfondito da Duccio Balestracci nel suo “Il Palio di Siena. Una festa italiana”), è oltremodo fuorviante. A meno che la notizia non sia stata ricopiata pari pari e senza porsi troppi problemi da altri siti presenti sul web, che però non hanno quella pretesa di ufficialità ed autorevolezza vantata da visitsienaofficial.it.
E che dire poi di frasi melense come “il Palio (…) è un’esperienza unica e avvolgente, tra stemmi, fiere (in che senso?, n.d.r.) e colori distintivi” oppure sgrammaticate come “le date in cui si tiene il Palio sono il 2 luglio e il 16 agosto di ogni anno (…), precedute da spettacolari e colorati cortei storici”?
Sappiate infine che, secondo il portale, “le migliori cose da fare a Siena” sono soltanto due (leggere per credere): assistere al Palio ed alle Strade Bianche, corsa ciclistica che “si svolge sul tratto di strade di Monte Sante Marie”; avete capito bene, il resto del percorso non esiste, la corsa è tutta in quelle poche centinaia di metri di sterrato!
Fortunatamente, sulla storia del Palio esistono anche pagine del sito più accurate, ma resta la brutta impressione di quel “1147” lanciato là come se non si sapesse di che cosa si sta parlando. Visto che il portale pretende di costituire il biglietto da visita della città per coloro che intendono visitarla, mi auguro che chi di dovere intervenga prima possibile con le opportune correzioni.