VAI AL PROGRAMMA
GUARDA IL VIDEO
“Se il nostro programma diventerà progetto comune per i cittadini allora potremo dire che tra cinque anni Siena sarà una città migliore. Oggi siamo a un passo dal cambiare la storia. Siamo a un passo dalla possibilità di scardinare un sistema che da 20 anni sta soffocando la comunità. Fate capire che Siena è ognuno di noi e che mai come oggi abbiamo l’opportunità storica di far sbocciare la primavera civica a Siena”. Fabio Pacciani candidato a sindaco del Polo Civico Siena ha presentato questa mattina, sabato 15 aprile, nei locali della Tuberosa, il programma elettorale ai quasi 196 candidati delle sette liste che lo appoggiano, lanciando la carica per l’ultimo mese di campagna elettorale.
Primo impegno, ricostruire il senso di comunità. Cinque i punti al centro del progetto di governo Civico a sostegno di Pacciani sindaco: capitale sociale; rapporto tra Comune e cittadini; lavoro e formazione; cura dell’ambiente e sostenibilità; coesione sociale e nuove forme di welfare. Prima di entrare nel vivo dei singoli temi, Pacciani ha illustrato lo spirito che ispirato il programma, redatto grazie alla collaborazione di tutte le associazioni e sulle indicazioni delle decine di incontri svolti in quasi un anno di campagna elettorale: “Noi – ha detto Pacciani ai candidati – abbiamo prima di tutto un dovere civico: ricostruire le fondamenta della città. Dobbiamo ricostruire il senso di essere comunità; la fiducia delle persone nella buona politica; la centralità dei cittadini; il ruolo del Comune al servizio dei senesi; i rapporti tra istituzioni; la condivisione delle politiche strategiche con i Comuni che ci circondano. È questo il senso del programma che vi consegniamo oggi, il senso di quella Primavera Civica che vogliamo far sbocciare a Siena, colorando con una visione nuova la città, partendo dall’idea che un nuovo Umanesimo è possibile e che una nuova modalità di governo, partecipato con i cittadini, può concretizzarsi davvero”.
Cinque punti, per un programma fatto di impegni concreti. “Il nostro programma – ha proseguito Pacciani – non è un ‘libro di sogni’, sappiamo da dove partire e dove vogliamo andare. Cinque saranno i pilastri del nuovo governo civico: il capitale sociale che pone al centro le persone, i loro bisogni, i loro desideri e le loro aspirazioni. Il secondo pilastro è la vicinanza tra Comune e cittadini, tornando a far essere Palazzo Pubblico la casa di tutti, attraverso la partecipazione, l’ascolto e la trasparenza. Il terzo punto fondamentale è l’investimento su lavoro e formazione intesi come capacità di elaborare progetti e sinergie per garantire più opportunità di lavoro e di formazione continua, a partire dalle nostre Università. Dovremo, e questo è il quarto punto, ridare a Siena quella cura all’ambiente e alla sostenibilità che oggi si sono perse. Il tema della sostenibilità sarà trasversale e coinvolgerà ogni aspetto della vita cittadina, dal turismo alla rigenerazione urbana, dai servizi pubblici alla mobilità per arrivare allo sviluppo energetico e alla cura del verde. Quinto pilastro è quello della coesione sociale e delle nuove forme di welfare che dovremo attivare per rispondere alle fragilità e assicurare equità di accesso a servizi primari come la casa, l’istruzione, la salute e l’assistenza”.
Dare a Siena il primo governo civico. Non è mancata, infine, una stoccata a quel trasversalismo che, da sempre, Pacciani e il Polo Civico denunciano come un fattore soffocante per la città: “Tutti insieme – ha concluso Pacciani – possiamo compiere un’impresa che potrà rimanere nella storia: dare un governo civico a Siena e una speranza a chi in questi anni si è sentito deluso, solo, non ascoltato, messo da parte dall’arroganza del potere. Il 14 e il 15 maggio abbiamo l’opportunità di mandare a casa i partiti di centrodestra e centrosinistra che hanno fallito la loro missione, hanno declinato i valori della politica al servizio di poche persone e di molti gruppi di potere. Una pericolosa commistione tra istituzioni e potere personale che ha soffocato la città, logorato rapporti secolari tra istituzioni, allontanato le persone dal Comune, allargato le distanze tra cittadini e istituzioni, anteposto amicizie, interessi e accordicchi di partito rispetto al merito e alla competenza”.